Odissea dell'Occidente nell'anno 2025

La fantascienza non è una realtà, ma nasce da essa, ipotizzando in un eventuale probabile scenario, basandosi sulle ricerche e scoperte tecnico/scientifico del momento e sull’orientamento che tali sviluppi possano prendere in un futuro più o meno prossimo; non è altro dunque che la trasposizione dell’oggi in un futuro che verrà, continuando a percorrere la strada dell’oggi, un po’ come quando si entra in autostrada, e ci si rende conto di aver sbagliato strada, non ci resta che proseguire sino all’uscita per reindirizzarci sulla strada giusta.

 

Ho provato ad ipotizzare il nostro futuro continuando a percorrere la strada di oggi, intendendo per strada le condizioni e le situazioni economiche, tecniche, scientifiche, politiche, etniche e culturali di cui oggi disponiamo; il quadro che ho tratto non è stato molto edificante, anche se oggi viviamo in una società così detta all’avanguardia di cui apprezziamo le scoperte scientifiche e tecnologiche che ci portano a vivere più a lungo ed in maniera più apprezzabile di quanto non fosse nel nostro passato di 50 anni fa.

Siamo un popolo all’avanguardia in diversi campi, ma siamo fortemente dipendenti da un retaggio del passato,

siamo legati a vecchi ed obsoleti canoni di sfruttamento delle risorse che ci riporteranno in un precipizio a meno che non cambiamo direzione:

  •         Noi popoli occidentali, primi (secondo noi) tra i popoli della terra a divenire “civilizzati”, bisognosi di tutto senza renderci conto, scopritori dei più alti contenuti tecnologici oggi conosciuti, incapaci nonostante la nostra tecnologia a migliorare il nostro sistema di vita nel rispetto della stessa vita;
  •         Abbiamo la tecnologia, secondo le ultime ricerche scientifiche, per renderci la vita ancora più longeva, addirittura potremmo inventare artificialmente la vita o almeno alcune nuove forme di vita.

La lista di ciò che abbiamo sarebbe lunga, la lista delle nostre conoscenze lo sarebbe altrettanto, la lista delle nostre scoperte sarebbe infinita, ma in fondo guardandoci intorno, oggi 20 ottobre cosa vediamo, cosa leggiamo su altisonanti quotidiani firmati da altrettanto altisonanti nomi del giornalismo, cosa udiamo nei vari telegiornali o radiogiornali dove altisonanti nomi di politici esprimono i loro concetti di vita, democrazia, di socialismo; fateci caso, riescono a parlare per il tempo che vogliono senza esprimere concettualmente il nulla, e se facessimo mente locali su altri discorsi o dibattiti scopriremo che altro non sono che ripetizioni di quanto già detto in altre circostanze e da altre persone che li hanno preceduti.

E pensate che determinano la vita di tutti noi, le scelte che operano nell’amministrare lo Stato hanno prevalenza persino di fronte al buon senso ed al rispetto civico dello Stato, che per definizione dovremmo essere tutti noi; eppure a furor di popolo, secondo loro, occupano le poltrone delle decisioni, usando i cittadini che hanno permesso loro di insediarsi come maschere per esperimenti di ogni genere, organizzandosi in maniera tale che NOI permettiamo loro di fare e disfare a loro piacimento ciò che più gradiscono, determinando in maniera tangibile il futuro di tutti NOI.

Già il nostro futuro, proviamo a guardarlo nel 2025, chi di noi avrà la fortuna di esserci; oggi respiriamo ossigeno misto a vari altri elementi, domani se ne aggiungeranno altri ancora e molto più pericolosi; oggi ci muoviamo seduti nelle poltrone delle nostre auto le quali per muoversi hanno bisogno di benzina, domani dovremmo combattere per ottenere un litro di benzina; oggi giriamo una manopola e riscaldiamo casa nostra, domani continuando nella direzione oggi intrapresa, pagheremmo caro il gas, il petrolio e quant’altro serva come combustibile; oggi usiamo il telefonino così comodo e pratico, domani non avremmo nemmeno le reti cui far passare le informazioni; potrei continuare ma non varrebbe la pena.

Un dato è certo, noi occidentali, creatori della più alta tecnologia, popolazioni civilizzate, lungimiranti, altruiste, abbiamo consegnato, com’è giusto per carità, la nostra tecnologia a paesi che noi consideriamo del “terzo mondo” i quali la stanno sfruttando (e questo già ci infastidisce perché si ritorce contro di noi?) e nel pieno loro diritto al fine di ottenere “altro” dai paesi occidentali,  facendoci pagare a caro prezzo le scelte dettati dalla politica di questi ultimi 70 anni. Come?

E se la Cina non volesse più venderci i suoi prodotti? E se i paesi arabi non ci dessero più il petrolio? E se la Russia non volesse venderci più il suo gas perché deve fare delle scorte per la sua popolazione? (altro che accordo sbandierato…). E se i paesi dell’estremo oriente (Corea, Taiwan, ect..) chiudessero i rubinetti della tecnologia a basso costo?

Siamo stati così lungimiranti ed allo stesso tempo poco accorti nel continuare nella ricerca tecnologica da permetterci di non subire ricatti da altri popoli, che pagheremo salato il conto che ci consegneranno; però da 70 anni altro non sentiamo che soliti discorsi, buoni propositi, frasi fatte, democrazia per tutti, ma hanno mai tenuto conto della volontà dei cittadini? Possibile che non si siano mai vergognati di come hanno manipolato la buona fede di chi li ha votati? (me compreso..). Di fatto non si vergognano nemmeno quando un’indagine dice loro che un deputato italiano costa allo Stato (badate bene a noi tutti) il doppio di uno tedesco, il triplo di uno spagnolo 6 volte di più di un deputato di altri paese della comunità europea. Del resto perché vergognarsi di questo, se nemmeno si vergognano quando sono inquisiti o indagati per reati?

Quale qualità di vita consegneremo ai nostri posteri? E cosa consegneremo ai nostri posteri? La natura saprà difendersi, la vita saprà difendersi, ma noi ed i nostri successori saremmo altrettanto in grado di difenderci?

Possiamo ancora invertire la tendenza, usiamo il buon senso per non occuparci solo di poltrone, di presenzialismo, di protagonismo, e di presunzione. Siamo delle persone in un mondo di persone che siano bianche, verdi, gialle, rosse o nere, dobbiamo avere il coraggio di prendere decisioni che non prevedano solo quante poltrone avere nel Parlamento Europeo, dobbiamo avere l’umiltà di ammettere che abbiamo sbagliato tecnologia, ed avere il coraggio di cambiare, dobbiamo avere l’umiltà di riuscire a consegnare ai nostri posteri un mondo “civile” rispettoso dell’ambiente e della vita.

Tornerò su questo argomento, lo farò ancora.

Salve, 20/10/2007

 

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